mardi 28 février 2017

Rimettersi in forma sulla neve

Lassù sulle montagne per un fisico bestiale


Fondo e ciaspole per gli over 50. Fat-bike per chi ha un cuore molto sano. L'arrampicata sul ghiaccio per chi è in forma. Guida alle attività in quota

SULLE montagne italiane, neve permettendo, sono attese almeno 4 milioni di persone, appassionate degli sport invernali o anche semplicemente delle passeggiate nei boschi innevati. La novità infatti è che cominciano a prendere piede attività diverse dal canonico sci da discesa. Forse perché si cerca di evitare le code agli impianti, forse perché si cercano sport più adatti a un popolo over 50, magari non in splendida forma.,si prevede per il prossimo inverno un aumento di sciatori di fondo, di “ciaspolatori” in valle muniti di racchette
da neve e di “freerider”, contagiati dal desiderio di sciare liberamente fuori dalle piste. Sci di fondo e ciaspolate sono sempre più apprezzati dal pubblico over 50 e da chi non ha una buona forma fisica, mentre il fuori pista sta conquistando in particolare i giovani che appendono lo snowboard al chiodo e si avventurano sulla neve fresca.




La montagna. E le stazioni montane propongono di tutto: dalle ormai consolidate escursioni a cavallo sulla neve alle corse con le fat-bike - mountain bike dette “grasse” perché dotate di copertoni esageratamente larghi e chiodati - che permettono di pedalare ovunque, anche sulla neve fresca. E poi ci sono i più allenati che vanno ad arrampicare sul ghiaccio. Comunque lo scegliate, la certezza è che gli sport di montagna fanno bruciare un bel po’ di calorie. Ma gli esperti non si stancano di ripetere che è necessario scegliere lo sport idoneo alla propria età, allo stato di salute e alla preparazione fisica..



Le patologie croniche. Chi soffre di patologie croniche, come ipertensione o diabete, ha avuto un infarto o un ictus o è in terapia farmacologica, deve osservare alcune precauzioni in relazione al tipo di attività fisica che vuole praticare e, in caso di dubbi, rivolgersi prima ad un centro di medicina di montagna o ad un medico esperto in materia.Ipertesi e diabetici controllino spesso pressione e glicemia. L’insufficienza cardiaca, anche lieve, vieta qualunque attività perché, con le basse temperature e la carenza d’ossigeno l’impegno cardiovascolare diventa elevato. Chi soffre di malattie croniche, in particolare cardiovascolari, dovrebbe anche evitare le giornate molto fredde, specie se ventose e, se non si è degli assi, anche le situazioni ad alto impatto emotivo, per esempio affrontare pendii scoscesi con neve fresca.


La preparazione atletica. Chi non ha una buona preparazione atletica e vuole calare di peso durante la settimana bianca può optare per lo sci di fondo, le escursioni con le racchette (ciaspole) e le salite di sci alpinismo, oltre alle pedalate sui sentieri. Si tratta di sport con impegno aerobico, caratterizzati da movimenti costanti e sforzo moderato e, se praticati con costanza e allenamento, sono in grado di migliorare

l’andamento e la prognosi delle patologie croniche più comuni, fanno calare di peso e riducono il colesterolo. Senza l’aiuto di un istruttore, lo sci da discesa e lo snowboard sono invece destinati solo a chi è già allenato, conosce bene la disciplina e la tecnica. Si tratta di sport in cui vengono compiuti sforzi intensi, dove la frequenza cardiaca raggiunge livelli elevati. Sono anche la causa più frequente dei traumi, in particolare alla testa. Cautela anche se si vuole provare attività complesse come lo sci alpino e il carving - risalire la montagna con impianti meccanici o con sci rivestititi da pelli di foca e scendere poi fuori pista in neve fresca - e, infine, il freeride: tutte attività che prevedono una buona condizione fisica. Una tecnica molto complessa è, infine, quella delle arrampicate sulle cascate di ghiaccio con cui si risalgono le colate di acqua ghiacciata di cascate e ruscelli con inclinazioni anche di 90 gradi. È riservata a chi ha una ottima preparazione fisica e tecnica e prevede un equipaggiamento particolare per evitare il freddo. Non consigliamo a nessuno di rinunciare a sperimentare le attività montane più emozionanti, ma è bene conoscere le regole e affidarsi a guide e istruttori professionisti, si deve riconoscere l’aspetto della neve per individuare le aree sottostanti ed evitare il rischio delle valanghe. I venti notturni spostano la neve, che cambia forma e resistenza. Chi frequenta le vette solo una settimana all’anno e non conosce la montagna deve farsi aiutare dalle guide o dai maestri di sci.

samedi 18 février 2017

I pericoli della prima cena

Pronti per la prima cena con il vostro potenziale partner? Ecco alcuni consigli per non sbagliare


Chi frequenta la chat lo sa bene. Il problema non è ottenere il primo appuntamento, ma confermare il secondo. E questo dipende prevalentemente, ovviamente, da come ci comportiamo nel corso delle prime ore insieme. Occhi aperti su chi abbiamo di fronte, su quello che dice, ma soprattutto su quello che fa. Alla ricerca di tutte quelle criticità che potrebbero farci desistere. E, ne abbiamo già parlato, il pericolo è dietro l’angolo soprattutto quando si va a cena. A volte, infatti, il destino di una coppia dipende dalle patatine.
E’ per questo che Tinder, la più famosa app al mondo per incontrare nuove persone, in partnership con Deliveroo, il servizio di premium food delivery che consente di gustare da casa il meglio della ristorazione cittadina, ha indagato con i propri utenti sui principali motivi di rottura durante le cene da primo appuntamento, realizzando un sondaggio online che ha coinvolto utenti in tutto il mondo.

Il 66% degli utenti sostiene che masticare gomme rumorosamente è un motivo di rottura immediata.

Anche se noi italiani siamo tra i più tolleranti con questo atteggiamento. Solo una persona su due lascia il tavolo quando questa situazione, effettivamente molto fastidiosa, si presenta. Nessun problema, invece, se immergiamo le patatine fritte nelle salse. Anzi, la verità è che questo comportamento dà fastidio a quattro persone su dieci. Esagerati.

C’è anche il famoso “ultimo boccone”, spesso considerato il momento più intenso e atteso di un piatto.

Mentre buona parte del mondo, il 47%, è assolutamente contraria a rubarlo, quasi il 60% degli abitanti di Singapore lo accetta senza problemi. Decisamente meglio condividere il dessert: quasi due su tre lo fa senza problemi. Assolutamente vietato, invece, ordinare per il vostro potenziale partner. Soprattutto se siete in Francia. Più del 70% degli utenti è stato scaricato per averlo fatto. Mentre in Belgio, Germania e Singapore questa pratica è accettata da due utenti su tre

vendredi 10 février 2017

La torta di San Valentino


Una torta fatta di cuori e fragole e dolcezze. Questa è l’immagine che si accompagna al menu di uno dei giorni più speciali per gli innamorati: San Valentino. Il 14 febbraio, come è noto, le persone che si vogliono bene decidono di festeggiare insieme il loro amore. E spesso lo fanno a tavola, cucinando piatti afrodisiaci e succulenti. Eppure, scegliere cibi piccanti e eccitatori non è l’unico modo per associare l’idea di tavola a San Valentino. Anzi, diciamo che è una maniera divertente ma che ne esistono alcune di più iconiche. Come preparare una torta di San Valentino con degli ingredienti che per colore e immaginario appartengono all’universo dell’Amore. Torta di San Valentino

Un esempio è la torta di San Valentino. La torta di San Valentino è una torta di glassa e fragole e noi vi spieghiamo come prepararla. Ingredienti: 3 uova, 120 gr di zucchero, 150 gr di farina 00, 50 gr di burro, 1 bustina di vanillina, 1/2 bustina di lievito per dolci, Ingredienti per la farcia. 150 ml di latte, 40 gr di zucchero, 15 gr di farina 00, 1 cucchiaino di essenza di vaniglia, 150 ml di panna da montare per dolci. Ingredienti per la copertura: 300 gr di pasta di zucchero, Ingredienti per la bagna. 150 ml di acqua, 2 cucchiai di zucchero, 2 cucchiai di limoncello.

 Per il procedimento. In una ciotola montate i tuorli con lo zucchero. Separatamente gli albumi a neve. Aggiungete i tuorli montati e il burro fuso intiepidito. Aggiungete all’impasto la farina, il lievito e la vanillina a pioggia e montate. Infine incorporate all’impasto gli albumi montati a neve. Imburrate ed infarinate uno stampo a forma di cuore e versatene all’interno il composto.
Infornate la torta in forno già caldo a 180 gradi e cuocete per 30 minuti. Togliete la torta dallo stampo, mettetela su una gratella e lasciatela raffreddare. Nel frattempo preparate la crema al latte. In una casseruola fate bollire il latte con l’essenza di vaniglia. Non appena il latte bollirà, spegnete la fiamma ed aggiungete la farina setacciata e lo zucchero.
E ancora…
Mescolate la crema con un cucchiaio di legno e lasciatela raffreddare. Nel frattempo montate la panna. Incorporate ora la crema di latte completamente raffreddata alla panna montata e mescolate delicatamente con un cucchiaio di legno con un movimento dal basso verso l’alto.
Preparate la bagna facendo bollire l’acqua e zucchero, aggiungete il limoncello e lasciate intiepidire. Tagliate la torta ormai fredda a metà, poggiatela su un piatto da portata, bagnatela e farcitela con la crema al latte. Aggiungete le fragoline. Glassate la torta con la crema rimasta.
Con i biscotti a forma di cuore, create dei biscotti e posizionateli sulla torta. Eventualmente con la penna alimentare possono essere scritte frasi d’amore. Fate riposare in frigo per almeno un paio d’ore e servite.



mardi 7 février 2017

In forma sulle piste

Gli sport invernali brucia-calorie

La montagna offre diverse possibilità per divertirsi e smaltire qualche chilo. Ma quello più diffuso è lo sci. Potenzia la muscolatura e la capacità polmonare. Ma è importante seguire alcune precauzioni
  SCIARE per potenziare la muscolatura e rimettersi in forma. La settimana bianca è un'occasione per fare sport, divertendosi. Ma la montagna offre anche altri sport invernali. Attività che richiedono un impegno cardiovascolare elevato e aiutano a bruciare calorie come il pattinaggio sul ghiaccio, l'hockey, o le passeggiate con lo slittino o le ciaspole.

Lo sci alpino resta la scelta preferita di molti. L'importanza, per evitare inconvenienti, è farlo in sicurezza. Anche se è un’attività a cui ci si dedica poche volte all’anno, rappresenta comunque un’occasione per fare movimento iniziando, se possibile, almeno un mese prima di andare sulle piste ad allenarsi con la ginnastica pre-sciistica. Ma per evitare cadute e relativi traumi servono precauzioni e 'regole di condotta'.
                           

I benefici fisici e mentali. Sciando si potenzia anche la capacità polmonare; si prevengono le osteopatie e si combattono tensioni e stati ansiosi. Più 'tranquillo' lo sci di fondo,  uno sport cardiovascolare che richiede un impegno muscolare intenso e prolungato, ma con minor rischio di traumi. Lo sci alpino, invece, ha una forte componente tecnica che richiede destrezza e forza muscolare. Inoltre, il fatto che questo sport venga praticato a partire da una certa quota aiuta molte persone affette da malattie respiratorie, come la rinite
allergica o l’asma bronchiale. Più si sale, più l’aria è libera da agenti che possono causare problemi all’apparato respiratorio. Infine, questo sport fa bene anche alla mente:  migliora l’umore e genera un senso di profonda positività in chi lo pratica.


Gli infortuni più frequenti. Ma – specie se non si è fisicamente allenati – lo sci è anche un’attività a forte
rischio di infortuni.  con al primo posto le lesioni degli arti inferiori con il crociato del ginocchio e la caviglia, seguono le fratture delle braccia con polsi e gomiti e infine spalla.

Ginnastica e buon senso.
Come evitarli? Per chi non ha avuto il tempo di allenarsi uno o due mesi prima di sciare, quali sono le precauzioni da prendere per evitare di infortunarsi? Molto spesso gli sciatori improvvisati partono per la settimana bianca senza un'adeguata preparazione. Si tratta di un errore abbastanza ricorrente che rischia di condizionare seriamente la vita di molte persone. Un'adeguata preparazione sarebbe in grado di limitare i danni se non addirittura ridurre di almeno il  rischio di infortuni e di lesioni. La rottura di un crociato molto spesso è causata non da una caduta, ma da un trauma distorsivo o da un’eccessiva
sollecitazione del ginocchio. E poi ci sono le norme di buon senso: Consultarsi con gli esperti del luogo, usare sempre il casco, sincerarsi di indossare scarponi adeguati e ben stretti per evitare che il piede faccia movimenti anomali, non avventurarsi nelle piste difficili, specialmente i principianti, verificare che la neve sia in buone condizioni e, infine evitare di correre. Perché andare sugli sci o sugli snowboard ad alta velocità è come sfrecciare su una moto in un centro abitato.



La difesa degli occhi. Non solo gambe: anche pelle e occhi necessitano di protezione. Dal sole, in primo luogo, perché il rischio di scottarsi è alto. In montagna il riflesso del sole sulla neve e sul ghiaccio rende ancora più pericolosa l’esposizione, perché è amplificato di 4 volte rispetto a quello della sabbia e la quantità di raggi Uvb (responsabili di eritemi e scottature) aumenta del 4 per cento ogni 300 metri di quota. Purtroppo questi raggi vengono poco o nulla bloccati dai filtri chimici presenti nelle creme solari. Gli alpinisti scalatori, infatti, preferiscono adoperare le creme ad alto contenuto di Ossido di Zinco, un pigmento che riflette i raggi del sole, ma che rende bianca la pelle e, quindi, non è comunemente accettato. Il consiglio è quello di indossare il cappello con visiera o il casco da sci e gli occhiali a maschera proteggenti e per la parte che rimane scoperta del volto come guance, naso, bocca, mento e collo utilizzare, durante le discese con gli sci o le risalite sugli impianti, un foulard di seta, che mantiene in ombra la pelle.


L’alimentazione. Per combattere il freddo e fare scorta di energia, bisogna scegliere bene cosa mangiare: La prima colazione deve essere ricca di carboidrati come pane, biscotti, fette biscottate, marmellata, miele, ma sempre del latte e in previsione della camminata anche un po’ di burro.Se si fa qualcosa di impegnativo, per esempio un’arrampicata o una sciata o si è sul ghiacciaio (e in questo caso oltre i 4000 metri), la
colazione deve essere sempre ricca di carboidrati e nello zaino ci devono essere biscotti, cioccolata e se possibile un thermos con del the ben zuccherato. A pranzo meglio non appesantirsi se poi si vuole continuare a sciare: Basta un panino o un sandwich piccolo oppure un secondo piatto a base di carne o di pesce; non mangiare alimenti fritti, carni insaccate e formaggi.

Il bon-ton delle piste. Per gli appassionati, la voglia di neve è molta, ma le gambe possono non essere ancora “allenate” e anche il feeling con l’attrezzatura appena acquistata o noleggiata potrebbe non essere perfetto. Inoltre, spesso si trovano piste allestite con innevamento programmato, quindi con condizioni del manto
nevoso leggermente più difficili da interpretare e dunque il livello di sicurezza si abbassa drasticamente. Ecco perché è molto importante avere la giusta attenzione ed un comportamento corretto in pista. Per ricordare le norme di sicurezza, l’Associazione Maestri Sci Italiani (Amsi) ha diffuso 12 Regole di Condotta sulle Piste da Sci. E per cercare di attirare l’attenzione dei più piccoli hanno utilizzato Leo Monthy, la simpatica mascotte della Scuola Italiana Sci e i suoi inseparabili amici. Tra le regole di buona condotta, il rispetto delle regole del sorpasso, il controllo della velocità e la conoscenza della segnaletica.


lundi 6 février 2017

Il fumo passivo

Il fumo passivo provoca seicentomila morti l’anno

In Italia fuma il 22 % della popolazione e nel 2016 s’è registrato un lieve incremento in entrambi i sessi. 13 in media le sigarette consumate in un giorno

Ci si ricorda di loro soltanto una volta all’anno, oggi: nella giornata dei diritti dei non fumatori, dal 2000 segnata sul calendario ogni dieci gennaio. «Spetta a tutti il diritto di respirare aria pulita», si legge sul sito dedicato all’iniziativa, che ha come fine ultimo la prevenzione, caratterizzata dall’informare i fumatori e non tumore del polmone.
sui pericoli del tabacco. Le stime ufficiali dicono che, soltanto nel secolo scorso, sono stati cento milioni i decessi legati al fumo. E non si esclude che, entro la fine di quello in corso, potrebbero salire addirittura a un miliardo. Da qui la necessità di parlare con costanza dei danni provocati dal fumo di sigaretta, visto che anche una sigaretta al giorno aumenta il rischio di sviluppare un

Anche il fumo passivo può provocare il tumore del polmone
In Italia, dopo i primi anni successivi all’entrata in vigore della legge Sirchia, il calo del numero dei fumatori s’è arrestato. Nel 2016, rispetto all’anno precedente, la percentuale è rimasta pressoché invariata: 11,5 alto rischio di insorgenza del tumore del polmone, la terza neoplasia più frequente dopo quelle al colon retto e al seno. Un legame che nuovo non è, ma che risulta sconosciuto alla maggioranza: otto italiani su dieci, secondo un sondaggio condotto dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) nel 2014.
milioni, rispetto ai 10,9 milioni del 2015. In Italia fuma il 22 per cento della popolazione e nel 2016 s’è registrato un lieve incremento in entrambi i sessi. Il consumo medio di sigarette al giorno, infine, si è confermato intorno alle 13 sigarette. Ma a fare male non è soltanto il fumo attivo, ma pure quello passivo, che maggiormente preoccupa i non fumatori. Vivere in un ambiente saturo dei 69 componenti del fumo di sigaretta di natura cancerogena espone infatti a un più
Rischio più alto anche di avere un ictus cerebrale
Il fumo passivo rappresenta il principale fattore inquinante degli ambienti chiusi ed è responsabile di oltre seicentomila morti l’anno. Il tumore del polmone non è l’unica insidia. Respirare aria satura di composti nocivi emessi dalle sigarette aumenta anche il rischio di sviluppare un ictus cerebrale. L’evidenza è emersa da uno studio americano, pubblicato sulla rivista Stroke. I ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimora sono giunti a questa conclusione dopo aver valutato il decorso dello stato di salute di oltre ventottomila adulti statunitensi: tutti maggiorenni e non fumatori. Le loro condizioni sono state valutate attraverso le risposte a un questionario e ricorrendo alla rilevazione dei livelli di cotinina - un metabolita della nicotina - nel sangue.

Si è così potuto notare che chi aveva avuto un ictus aveva vissuto un maggior numero di ore a contatto con dei fumatori. Più in generale, inoltre, s’è visto come, tra i sopravvissuti, chi per anni aveva inspirato i prodotti di scarto del fumo di sigaretta aveva una maggiore probabilità di morire rispetto al resto dei pazienti: considerate tutte le possibili cause di decesso. Un motivo in più per rinunciare alle sigarette, per il bene proprio e di chi è vicino.  

samedi 4 février 2017

I vinili si vendono sempre di più, ma la musica è quella del passato

Dai Pink Floyd a David Bowie: la rinascita del disco è un fenomeno consolidato, ma i titoli più gettonati restano i classici di ieri



L’ultima classifica settimanale del 2016 dei vinili più venduti in Italia ha visto svettare una vecchia conoscenza: The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd . Un album che sta per compiere 44 anni. Sul podio sono saliti anche i Rolling Stones e il duo Mina/Celentano. Anche loro 44 anni fa erano già in testa alle classifiche, ma sono presenti con album nuovi. Quindi, dal quarto al sesto posto, un monologo floydiano
d’epoca: The Wall (1979), Wish You Were Here (1975), Animals (1977). Potrebbe sembrare una delle tante debolezze che amiamo odiare nel nostro paese e nella sua gente: siamo vecchi, abbiamo gusti antichi, ci piace guardare con nostalgia nello specchietto retrovisore e poi quale ragazza o ragazzo sotto i trent’anni avrebbe oggi i soldi per comprarsi un vinile del suo artista preferito? Ma questa volta non è colpa del tricolore.
 A inizio gennaio è uscita anche la classifica dei quaranta vinili più venduti in Gran Bretagna nel 2016. Un paese ben diverso dal nostro, storicamente all’avanguardia in fatto di musica moderna; con una classifica fresca fresca, riaperta a furor di popolo nell’aprile 2015 perché non si poteva più far finta di niente di fronte al boom del vinile. Bene, tra i quaranta LP più venduti l’anno scorso in UK solo sei sono album pubblicati per la prima volta nel 2016. E il numero uno, quasi simbolicamente, è Blackstar di David Bowie : il meraviglioso congedo di un altro signore che 44 anni fa, nel 1973, era già piuttosto famoso. Al punto da potersi permettere di uccidere il suo avatar più popolare, Ziggy Stardust.

Insomma, forse è arrivato il momento di sottolineare un aspetto troppo spesso nascosto nelle periodiche celebrazioni sulla rinascita del vinile. I numeri parlano chiaro e ci dicono che questo supporto è davvero protagonista di uno dei più clamorosi ritorni in vita dai tempi degli zombi di Romero. Tutti lo davano per spacciato: ucciso dai CD negli anni ’90 e seppellito dagli MP3 negli anni ’00. Oggi il suo fatturato vale solo una piccola fetta della torta complessiva della discografia, ma è una fetta che anno dopo anno diventa sempre più sostanziosa, lo fa da ormai un decennio e si sta togliendo lo sfizio di ritrovare vigore proprio mentre i suoi vecchi carnefici (i CD come gli MP3) sembrano invece avviati verso l’estinzione.

Tutto vero, tutto puntualmente confermato dai dati del 2016: in Gran Bretagna è stato l’anno in cui si sono venduti più LP dal 1991. Ma è anche vero che la seconda giovinezza del 33 giri ha tratti ben diversi dalla prima: il vinile è oggi il simbolo del museo del rock, la teca in cui contenere e mostrare capolavori del secolo che fu. Intendiamoci: capolavori veri, non fake music. Da Sgt.Pepper’s Lonely Hearts Club Band a The Dark Side of the Moon, da Hunky Dory a Led Zeppelin IV, da Hotel California a Rumours, da London Calling a Legend, da Hatful of Sorrow a The Stone Roses, fino a Nevermind e al più recente Back To Black, i titoli che sfilano nella Top 40 inglese del 2016 vanno a formare una sorta di canone rock che tutti dovrebbero conoscere. A modo loro, sono le Odissee, le Divine Commedie e gli Amleto del Novecento.

Ma appunto, stiamo parlando di storia. Non di attualità. Un fatto di cui si rendono conto anche gli addetti ai lavori, in particolare gli artisti e i discografici che cercano invece di produrre musica del presente e che faticano a raccogliere benefici da questa presunta nuova cornucopia di ricchezza. Lo scorso dicembre, il Guardian ha pubblicato un intervento di Nathaniel Cramp, proprietario di una piccola etichetta indipendente, la Sonic Cathedral. «Esistiamo da dodici anni e il 2016 è stato il più difficile di tutti», ha ammesso Cramp. «Per chi pubblica album di nuovi artisti, sta diventando sempre più complicato venderli. Dovremmo chiederci perché il pubblico preferisce comprare vecchi dischi».
 Senza arrischiarci a rispondere a una domanda così insidiosa, possiamo dire che forse si tratta di un passaggio generazionale che non siamo ancora in grado di cogliere (o accettare): per la prima volta nella sua storia il rock – con i suoi codici e i suoi supporti – non è morto, è semplicemente passato. I suoi big giocano in un altro campionato temporale. Mentre il presente e il futuro abitano in quel caotico, colorato,
bladerunneriano bazar in cui – tra la virtualità dello streaming, l’incantesimo dei talent show e la fisicità dei festival – si mescolano chitarre e ipad, new soul e hip hop, fantascienze elettroniche e guerriglie folk. Certo è che mai come in questo periodo le classifiche della musica ci offrono un racconto di due (e più) città diverse. Non differiscono per genere, ma per formato.


La Top40 dei vinili ci presenta un mondo, quella delle radio un altro, quella di Spotify, Apple Music e YouTube un altro ancora. I punti di contatto sono sempre meno e il concetto stesso di disco si ritrova un po’ stritolato nel mezzo : il vinile e i Pink Floyd (e il rock) sembrano fatti l’uno per gli altri, mentre per molti artisti contemporanei è più naturale lasciare che i propri brani sguscino via, magari per finire direttamente sugli smartphone. Dove, dall’altra parte dello schermo, il pubblico sembra agire e reagire allo stesso modo.  

vendredi 3 février 2017

Dieci miti da sfatare sul fitness

Per quanto tempo ci si deve allenare? Ogni quanto? Cosa mangiare? Ecco tutto quello che dovete sapere sullo sport


Leggende metropolitane sull’attività fisica
I miti da sfatare sul fitness. Se si desidera tonificare, dimagrire, o avere un miglioramento generale della salute, è senz’altro una buona idea avere un buon programma di attività fisica. Purtroppo però esistono moltissimi consigli di fitness che non vi aiuteranno a raggiungere i vostri obiettivi e potrebbero, anzi, farvi più male che bene. Per esempio: cosa è più importante per la perdita di peso, l’esercizio fisico o la dieta? O ancora: la maratona è il modo migliore per rimettersi in forma? Le risposte a queste domande potrebbe sorprendervi.


"Fare esercizio é l'unica cosa che conta per perdere peso velocemente ".Sbagliato : gli studi dimostrano che la dieta é molto importante.



"L'allenamento con i pesi trasformerà il grasso in mucoli".Falso: purtroppo il grasso corporeo non puo' diventare muscolo.Puo' solo diminuire mentre aumentate  la massa muscolare.


"La mattina presto é il momento giusto per allenarsi".Non é del tutto vero, anche il pomeriggio o la sera possono andare.In fondo l'importante é fare attività fisica.


"Le donne non dovrebbero fare sollevamento pesi perché rischiano di assomigliare ad un uomo".Falso:sollevare pesi fa bene a tutti.Il rigonfiamento dei muscoli è direttamente proporzionale al testosterone che abbiamo.Poi è vero che anche le donne possono gonfiarsi ( vedi le bodybuilders ) ma quello è un discorso ed un allenamento a parte.


"¨Pochi minuti sul tapis roulant sono sufficienti".Purtroppo no: per perdere un solo chilo è necessario bruciare almeno 3500 calorie.


"Bisogna tagliare i carboidrati e gli zuccheri per perdere peso".No: il problema con le diete è che sono temporanee.La cosa migliore è impostare delle sane abitudini alimentari che possono accompagnarci tutt la vita.Non si tolgono alimenti importanti come i carboidrati , bisogna controllarne l'assunzione e magari optare per la versione integrale di pane , pasta e riso.


"Correre una maratona è il modo migliore per mettersi in forma".Ma quando mai? La corsa è un ottimo esercizio fisico, ma sono sufficienti dai cinque ai dieci minuti al giorno per avere benefici pari alla corsa per ore .


"Allenarsi un paio di volte alla sttimana è sufficiente per restare in forma ".Falso: un buon regime d attività fisica deve comprendere almeno 3 allenamenti settimanali.


"Le bevande sportive sono la cosa migliore da avere a portata di mano dopo un allenamento ".Sbagliato:le bevande enrgetiche non fanno poi cosi bene ( contengono molti zuccheri ).La cosa migliore è bere semplicemente dell'acqua.


"Ci vogliono almeno un paio di settimane per perdere forma dopo aver interrotto l'esercizio fisico".Purtroppo anche questo punto non è vero :i muscoli iniziano a "rammollirsi"già due giorni dopo l'allenamento.Ecco perché bisogna mantenere un ritmo costante nell'attività fisica.




jeudi 2 février 2017

8 cose che fanno male a tavola

Insaccati carichi di conservanti, cibi fritti o precotti sono da moderare, per l’alto apporto di grassi e il basso contenuto in vitamine e sostanze nutritive.

Se parliamo, invece, di patate germinate, cibi carbonizzati e conserve aperte da tempo, il nostro consiglio è quello di eliminarli dalla tua dieta, fin da subito.Ecco 8 cibi e abitudini alimentari da evitare, se tieni alla salute!

1. Insaccati
Nitriti, nitrati e nitrosammine sono sostanze che vengono aggiunte agli insaccati per mantenere brillante e roseo il colore delle carni conservate o che si sviluppano nel metabolismo delle ammine. Danneggiano le cellule e sono potenzialmente cancerogeni. La vitamina C presente in molti vegetali freschi previene la loro dannosa ossidazione.

2. Alimenti light e gallette di cereali senza glutine
Bibite zero, salse e alimenti conservati a basso contenuto di grassi, dolci senza zucchero spesso sono ricchi di additivi alimentari che li rendono conservabili e più appetibili. Attenzione, quindi, alle etichette.


Le gallette, spesso utilizzate come snack o come sostitute di pane e pasta, hanno un alto indice glicemico. I cereali soffiati apportano inoltre zuccheri assimilabili. Sono perciò da preferire i cereali integrali a più alto contenuto vitaminico, minerale e di fibre.

3. L’olio di semi “leggero”
 Quando si dice “pesante” ci si riferisce alla componente aromatica dell’olio d’oliva, che costituisce anche la frazione polifenolica antiossidante e lo rende l’alimento simbolo della dieta mediterranea, anche per il suo prezioso contenuto di vitamine liposolubili.

Non si pensi che l’olio di semi sia più leggero, tutti gli oli apportano le stesse calorie, ma gli oli di semi appaiono organoletticamente neutri perché vengono chimicamente deodorati e decolorati.



4. Barattoli dimenticati in frigo
Le conserve non vanno consumate dopo due settimane dall’apertura. Talvolta siamo spinti a pensare che eliminando la porzione di prodotto ammuffita dai vasetti di salse, di confetture, di marmellate e di condimenti il problema di un degrado qualitativo sia aggirato. In realtà i microrganismi si diffondono in tutto il contenuto della confezione.
Le micotossine prodotte dalle muffe possono dare gravi patologie renali, epatiche e carico del sistema nervoso.
Diverso è il caso dei formaggi erborinati: le penicilline responsabili dello sviluppo delle muffe commestibili non sono pericolose per la salute, possono avere un ruolo antibiotica. Ma attenzione, i formaggi vanno conservati in contenitori ermetici dedicati per evitare contaminazioni.


5. Patate germinate
Le patate germinate non vanno usate in cucina, perché la solanina si concentra proprio in prossimità dei germogli, oltre che sulla buccia e sulleparti verdastre del tubero. La solanina è un alcaloide tossico dal sapore amaro che può provocare intossicazioni anche dopo l’assunzione di piccole quantità. Le principali manifestazioni sono di natura gastrointestinale e neurologica.


6. Fritti e acroleina
Consumare saltuariamente cibi fritti non fa male, può al contrario stimolare la funzionalità della colecisti (fatta eccezione, naturalmente, per chi soffre di patologie del pancreas e del fegato).
È la frittura mal eseguita che rende tossici gli alimenti: superato il punto di fumo, l’olio inizia a emettere un odore acre, pungente e sgradevole e deve essere sostituito.
L’acroleina che si forma ad alte temperature è una sostanza cancerogena, che causa anche irritazione delle mucose. Un termometro da cucina può essere utile per controllare la temperatura dell’olio di cottura e per la preparazione di un buon fritto.



7. Alimenti carbonizzati
Gli idrocarburi policiclici aromatici sono composti tossici per l’organismo presenti, oltre che nello smog e nel fumo di sigaretta, anche in alcuni alimenti a causa del processo di cottura o conservazione subìto. Pensiamo al cornicione bruciato della pizza o alla base stessa, al pesce affumicato, alle croste croccanti del pane con una colorazione molto più che ambrata.
Anche la frequenza con cui si consumano carni cotte alla griglia e pietanze preparate nel forno a legna incide nell’introduzione alimentare disostanze non salutari. Dunque, il consiglio è il buonsenso: non eccedete!
8. Piatti pronti surgelati
Bastano pochi minuti per saltarli in padella o per rigenerarli al microonde, soddisfano le esigenze di chi non ha voglia o dimestichezza ai fornelli. Ma quante calorie contengono?
Sale in eccesso e grassi saturi sono spesso aggiunti a questi prodotti per aumentare conservabilità e sapore, si tenga conto che sono sostanze correlate all’aumentato dell’incidenza delle patologie cardiovascolari.
Consumare con moderazione.



Salute e bellezza con l’aceto di mele