Il galateo di WhatsApp
1. Uscire dall'anonimato. C'è l'indirizzo, si sa, a ricordare al destinatario della nostra e-mail chi siamo, ma è pur vero che esistono degli indirizzi mail come questo, trottolinoamorosodududadada1979@gmail.com, che poco aiutano all'identificazione del mittente e che molto contribuiscono a farsi un'idea sbagliata della personalità di chi ci scrive. Abbiate dunque il coraggio di aggiungere sempre il vostro nome, in fondo a quello che scrivete, che nella vita non si sa mai.
2. MAIuscole! Adoperare le LETTERE MAIUSCOLE RIPETUTE in un post su Facebook, nell'oggetto di una mail, in una chat di WhatsApp, o in un sms equivale a urlare in faccia al nostro interlocutore quel che dobbiamo dire. La cosa è grave, in fatto di bon ton digitale, più o meno come un cameriere che, nel mezzo di una cena di gala, sceglie di servire gli uomini prima delle donne. FATE ATTENZIONE!
3. Se mi leggi ti cancello. Il fatto di vivere in un mondo che va veloce, e che ci sta abituando all'istantaneità, rendendoci schiavi della comunicazione in tempo reale, non ci libera dal dovere morale che abbiamo tutti di rileggere una volta, almeno una per piacere, quello che quotidianamente scriviamo per inviare, postare, commentare. Nel tempo minuscolo che occorre per eliminare quegli errori dettati dalla rapidità con cui digitiamo le parole sulla tastiera non può succedere nulla di così grave, ve lo promettiamo, mentre il rischio di diffondere cose tipo "Sto in pila alle poste" o "Ti ami tanto", quello sì che sarà scongiurato.
4. Mi telefoni o no. Se dura più di un minuto è reato: parliamo del messaggio vocale di WhatsApp. Ormai diffusissima, la pratica di registrare la propria voce, invece di scrivere, è legalmente riconosciuta in tutto il mondo, e su questo non ci piove; rischia, tuttavia, nel caso di comunicazioni lunghe, ma lunghe, di provocare reazioni di cui poi, chi ascolta, potrebbe non rispondere. Ricordate, per esempio, che non state facendo un provino, quando incidete il vostro monologo; e che i dettagli della vostra giornata ce li diciamo stasera a cena, va bene? Ma soprattutto tenete a mente, quando vi fate prendere la mano da questa faccenda dei vocal, che allo scoccare del minuto, chi vi ascolta, chiunque egli sia, smetterà di sentire quel che state dicendo, preso com'è dall'unica domanda possibile: "Ma quand'è così, perché diavolo non mi telefona?".
5. Nel blu dipinto di blu. Non esistono regole, solo buon senso. Perché non bisogna correre, è vero, e certe risposte meritano la giusta calma, non c'è dubbio. Tuttavia, quando il messaggio è stato visualizzato, e la doppia spunta di WhatsApp compare a confermarlo, con quella sua lucentezza blu che dondola fra speranza e attesa, può passare un tempo ragionevole che non deve superare la mezza giornata. Oltre la mezza giornata, ahimé, si scivola in quell'atroce dato di fatto che diede perfino il titolo a un film: la verità è che non gli piaci abbastanza.
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