Per molti sono date tassative, per altri troppa tolleranza: i rischi per la salute sono alti. Ecco quando chiudere un occhio...
Etichette e scadenza per i prodotti alimentari
Il cibo scaduto deve essere gettato immediatamente nella spazzatura? Non
sempre. La scadenza dipende dal tipo di conservazione e dal tipo di
alimento. Quindi non siate drastici, perché spesso un occhio va chiuso.
Anche tutti e due.
Innanzitutto una premessa. La dicitura “da consumarsi entro” deve
essere obbligatoriamente riportata sulle confezioni dei prodotti
alimentari preconfezionati. E devono essere indicate anche le condizioni
di conservazione. Quando la data di scadenza viene superata, l’alimento
può essere pericoloso a causa della proliferazione di batteri. Per
questo motivo la legge vieta la vendita di prodotti alimentari la cui
data è stata oltrepassata. Nel caso di prodotti alimentari non soggetti a
rapida deperibilità, si usa “da consumarsi preferibilmente entro”
seguita dal cosiddetto termine minimo di conservazione (anche TMC).
Entriamo nello specifico. Gli yogurt possono essere consumati fino a 6 o 7 giorni dopo il termine riportato. Sebbene le loro proprietà nutritive risulteranno ridotte. Per quanto riguarda il latte, meglio attenersi alle indicazioni, anche se alcuni ritengono che ci sia una flessibilità di 24/48 ore. Parliamo ora di formaggi: quelli stagionati e a pasta dura, potrebbero fare un po’ di muffa, ma è sufficiente rimuoverla. Per quelli freschi, invece, non rischiate.
Passiamo alle uova : quelle crude devono essere consumate entro 2-3 giorni dalla data riportata. Mentre per il pesce e piatti surgelati, quando ben conservati, possono “scadere” anche di due mesi. Si perderanno un po’ di proprietà organolettiche, ma poco male. Nel caso dei gamberetti, invece, due alternative: se dovete mangiarli crudi, buttateli, altrimenti qualche giorno di tolleranza c’è. Differente il discorso per il pesce in scatola: si possono raggiungere anche uno o due mesi.
Non è un problema sforare di qualche mese nei casi di pasta e riso. Idem per biscotti secchi e cracker. Gli oli di ottima qualità possono essere consumati fino a 8 mesi dopo lo “stop”, sebbene risulteranno meno buoni. Per le conserve sottaceto e quelle di pomodoro, non più di due mesi dalla scadenza. Zero tolleranza per i succhi di frutta e per i salumi affettati.
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