mercredi 24 janvier 2018

Anziani, supereoi fragili

Possono contare su una forma fisica di gran lunga migliore rispetto ai coetanei di qualche decennio fa. Tuttavia, gli over 65 sottovalutano enormemente il rischi di malattie infettive.


Neanche gli anziani sono più quelli di una volta. Ed è un bene: sempre più agili e in forze, gli ultra sessantenni di oggi a stento si riconoscono in quelle figure fragili e stanche con cui ricordare affettuosamente i propri nonni.
Molti di loro , anzi , si sentono ancora in gamba, freschi e pieni di energie, insomma per nulla "anziani". A ben vedere oggi gli ultra sessantenni possono godere di tutta una serie di benefici garantiti dall'aumento del benessere e della qualità di vita, privilegio che di certo non è spettato in egual misura alle generazioni passate. E in questo un merito speciale va dato ai sempre più evoluti sistemi medici di diagnosi, prevenzione e cura, che hanno permesso di raggiungere risultati fino a qualche tempo fa impensabili.un merito che tuttavia viene spesso ignorato proprio da coloro che più godono di questi vantaggi .

Gli over 65 si sentono sempre più attivi e in forma , ma sono capaci di preservare il proprio stato di salute? 
I nonni - o in generale gli anziani - sono visti dalla maggior parte di giovani come modelli esemplari di riferimento , supporto fondamentale per l'educazione dei bambini e custodi della memoria collettiva, in grado come nessun altro di rafforzare i legami tra una generazione e l'altra. Sono sempre più i giovani , inoltre , a sostenere l'importanza di campagne di prevenzione per patologie trascurate e potenzialmente gravi.

Nonni: i loro super poteri.
Gli anziani , pur risultando meglio informati rispetto al passato , sono poco consapevoli del rischio effettivo di contrarre  malattie specialmente se infettive.
Sono supereroi da proteggere: fisicamente forti ma ignari dei pericoli che li riguardano. Sono ancora in troppi a credere che uno stile di vita controllato e buone norme di igiene quotidiana siano sufficienti per prevenire l'infezione, mentre solo 1 su 3 riconosce l'utilità della vaccinazione contro lo pneumococco ( oggi la prima causa di decesso per malattie infettive nei Paesi Occidentali )
Nonni : falsi miti.
In barba a questo atteggiamento , i dati sulla polmonite parlano chiaro: la malattia costituisce oggi la prima causa di morte dovuta a patologie infettive, soprattutto negli over 65. Cosa possono fare allora i nostri supereroi ? La vaccinazione è ad oggi l'unico strumento valido in grado di evitare l'infezione da pneumococco e a prevenire lo sviluppo delle malattie e delle complicazioni che questo batterio può provocare.Questo basterebbe a far drizzare le orecchie agli anziani di oggi e risvegliare in loro una maggiore consapevolezza  sui rischi per la loro salute.



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